Everyday life, Italiano

Sulla fine silenziosa delle relazioni digitali


 

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Sono sempre connessa, è la prima cosa che faccio quano mi sveglio al mattino mentre faccio il caffe e una delle ultime quando vado a dormire prima di leggere.

Pero’ provo a incontrare sempre di persona i miei amici. Ho la fortuna di  averli tutti piu’ o meno qui ad Hackney, in una dimensione  che permette di vederci anche per caso per strada o in palestra, un po’ come negli  anni ’90.

Le mie amicizie italiane soffrono invece la lontananza che mi costringe all’utilizzo dei social media per tenerle in vita. Inizialmente trovavo divertente chattare. Ai tempi di MSN avevo un amico in particolare che sentivo solo li’. Le nostre conversazioni erano anche intense e bellissime, fino a quando non mi resi conto che la nostra amicizia non esisteva nella realta’.

Qualche mese fa ho chiuso una relazione con un’amica che conoscevo da 15 anni nella vita reale. Entrambe abbiamo portato avanti un confronto violento, senza neanche una reale telefonata. Tra whatsapp, facebook e gmail  ci siamo scambiate messaggi di una crudelta’ e cattiveria inaudita che forse nella realta’ non avremmo mai avuto la capacita’ di tirare fuori, c’era il video di mezzo, le parole scorrevano veloci, sebbene facessero male non ci siamo risparmiate le coltellate. La notifica di un suo messaggio su whatsapp o una sua email in inbox mi causavano panico e ansia. Il tutto è terminato con il reciproco “blocco”  su tutti i possibili contatti digitali.

La nostra amicizia in passato si basava più sulle esperienze che condividevamo che sulla sostanza: sui festival, sui casini e sui pettegolezzi. Siamo state molto unite perché cercavamo di trasformare pessime decisioni, in situazioni che valeva la pena vivere, ma soprattutto negli ultimi anni, per ragioni apparentemente normali quali vivere in due citta’ europee diverse,  un messaggio ci salvava in corner dal dimenticarci l’una dell’altra.

Adesso dopo mesi di silenzio e dopo aver digerito il distacco, riesco ad analizzare con maggiore lucidita’ la fine di questa relazione. E posso conscientemente ammettere che la nostra era probabilmente finita da tempo, ma la ” vicinanza” digitale ci aveva permesso di tenerla ancora in vita. I messaggi istantanei eliminano le barriere, rendendo più immediato lo sviluppo dell’intimità e ci fanno sentire tutti più vicini, pero’ impediscono la creazione di un vero attaccamento emotivo.

In passato forse senza whatsapp e facebook  ci saremmo perse di vista, non sentirci piu’ sarebbe sembrato naturale, oppure avremmo litigato dal vivo o per telefono.

La triste modalita’ di dirsi addio scomparendo dalla vita dell’altro online, è meglio conosciuta come ghosting; chiudere una relazione con qualcuno semplicemente ignorandone i tentativi di comunicazione o bloccandolo sugli svariati mezzi a nostra disposizione, è oltretutto  una mossa crudele e codarda.

Secondo uno studio recente  il 27% dei nati dopo il 1975 e il 53% degli under 30, chiude una relazione per vie digitali . Quando premi “blocca” da adulto—anche se è un atto infantile—stai ponendo fine a un’amicizia che non hai tempo o voglia di riaggiustare nella realtà.

Sparire non mi ha fatto sentire più leggera o sicura delle mie scelte. Sono rimasta bloccata in una specie di limbo digitale. Mi dispiace forse di piu’ non vedere come va’ la sua vita su facebook  che sentirla o magari vederla. Assurdo! Ma mi sembrava che fosse il metodo più appropriato, per porre fine a un’amicizia che si limitava ormai a qualche like insipido su Facebook e a un messaggio ogni due mesi su whatsapp, nascondendo una serie piu’ profonda di problemi relazionali.

Il fatto che tu possa semplicemente sparire, non fa che sottolineare quanto siano superficiali oggi le relazioni che millantiamo di avere, quando stiamo tutto il giorno connessi. Possiamo cambiare le persone “importanti” della nostra vita come foto del profilo, soprattutto quando sono lontane e quindi non dobbiamo farci i conti nella realtà.

Altrettanto strana è la presenza  di amici veri cha hanno fatto parte della tua vita in modo intenso e profondo per anni che si riducono a una foto condivisa o un like su facebook. Fantasmi di un passato recente che rivivono in una sorta di realta’ di mezzo, aggiornandoti sulle loro vacanze estive.

Questa storia pero’ piu’ di altre mi ha fatto riflettere sulla profondità delle mie amicizie, sulla qualita’ delle stesse e su quanto non basti sentirsi via chat. Quest’esperienza non ha fatto altro che confermare quello che ho sempre pensato, alle amicizie bisogna dedicare del tempo. Con gli amici devi avere conversazioni reali, devi fare viaggi insieme. Devi viverli! Ho capito  quanto il contatto fisico sia fondamentale nella mia vita, da brava terrona tocco le persone anche mentre parlo e questa dimensione fatta di messaggi che corrono nell’etere non fa altro che deprimermi. Mi annoia scambiarmi faccine, preferisco una birra e una chiaccherata.

E se ho un problema voglio dirlo in faccia ” vaffanculo” o perlomeno per telefono …  ed essere disposta a prendermene uno indietro. Questa dinamica falsa e asettica di dirsi addio con un click, mettendo tutto sotto un tappeto, penso che sia anche oltremodo pericolosa …ma forse saro’ancora troppo anni ’90.